La baronessa Dorotea Fardella di Mokarta, moglie del patriota Michele Fardella di Mokarta e sorella dei tre patrioti Vincenzo, Giovan Battista e Enrico Fardella di Torrearsa, è stata la promotrice della protesta delle 564 signore trapanesi firmatarie della petizione affinché fosse ricononosciuto anche alle donne da Vittorio Emanuele II il diritto al voto in Sicilia e nell’Italia intera. Tale richiesta scritta, consegnata  a Palermo nelle mani del prodittatore Antonio Mordini (1819-1902), è dell’ottobre del 1860.
Fra le prime firmatarie, oltre suddetta baronessa, troviamo Maria Giuseppa Staiti in Platamone e Giovanna Saura in Calvino. Nel documento si legge fra l’altro: «Nell’ora del cimento si è fatto appello alle donne siciliane, che in quel frangente apparvero davvero necessarie. Oggi intanto che ognuno è chiamato ad esercitare il proprio diritto, a manifestare il suo voto sui destini della patria, le donne sono state neglette e dimenticate».
Una giusta rivendicazione dunque formulata in piena regola, redatta in Italia per la prima volta, perché il diritto di voto dopo le buie stagioni dell’indifferenza fosse finalmente esteso alle donne, che ne erano rimaste sempre escluse. Sono state quindi le trapanesi a farne, dopo secoli di incuria, esplicita istanza. Trapani vanta dunque questo significativo e nobile primato.
Si sarebbe  tuttavia dovuto attendere in Italia il 1945 per il riconoscimento legislativo del diritto di voto al femminile, a distanza di 85 anni dalla storica iniziativa delle 564 donne trapanesi !